Time Extend: Nights Into Dreams
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Time Extend
In questo topic posterò le recensioni mensili dedicate da Game Pro a giochi, uno ogni mese come detto, del passato recente e lontano, che in qualche modo si sono fatti notare per la loro bellezza o, perchè no, per la loro bruttezza, ma che in ogni caso hanno fatto notizia.
Nights into dreams
Formato: Saturn
Prodotto: SEGA
Sviluppo: Interno (Sonic Team)
Origine: Giappone
Anno di uscita: 1996
Che sia per aprire un menu o equipaggiare un oggetto, per guardarsi intorno o semplicemente per cambiare la direzione verso cui guarda il proprio personaggio, la maggior parte dei videogiochi richiederà al giocatore, presto o tardi, di smettere di muoversi.
E nonostante la possibilità di fermarsi e ricominciare possa essere vista come un segno di libertà che il videogioco concede ai giocatori, è anche vero che spesso questo attimo di pausa viene associato maggiormente a una situazione di pericolo di quanto non lo sia un movimento continuo.
Per quanto Sonic the Hedgehog abbia fatto della velocità la sua firma, si trattava comunque di un platform: il terreno sopraelevato intralciava il cammino e le trappole obbligavano ad anteporre un pò di attenzione alla corsa.
Le molle lanciavano Sonic in aria, permettendogli di librarsi in volo per qualche secondo, ma il ritorno a terra era inevitabile.
Di fatto, lo spirito che contraddistingue i giochi di Sonic ha bruciato più intensamente su Saturn che su Mega Drive.
Su questa console, Sonic Team ha sublimato il principio della velocità pura, realizzando quanto di più simile a un titolo-mascotte il Saturn abbia mai avuto: Nights into Dreams.
Una volta sparato verso il cielo, Nights continuava a volare.
Il lancio fu un successo. Nights sembrava anomalo, in un periodo storico nel quale vecchi concept venivano applicati alle illimitate promesse che gli spazi tridimensionali parevano offrire.
Era inoltre libero dai limiti di quel codice prestabilito che aveva incatenato Sonic sin dal momento della sua nascita.
I percorsi di volo bidimensionali in luogo della libertà totale furono forse percepiti all'inverso quando il gioco fu pubblicato, nonostante riuscissero in effetti a offrire un tipo di movimento meravigliosamente espressivo.
Mentre è in volo il personaggio ha a propria disposizione l'intero spazio tridimensionale per mettere in atto le sue manovre acrobatiche.
Accelerare e volteggiare, in ogni percorso, è un esercizio di fluidità e di moto ininterrotto, piuttosto che una camminata a singhiozzo.
I sette stage sono ciclici, sempre che si sia abbastanza abili da trovare il tempo per un altro giro.
Inizio e fine diventano una cosa sola, in un elegante rafforzamento dell'ebbrezza di volare sempre avanti.
I controlli agili e l'animazione reattiva giocavano un ruolo fondamentale nel produrre questo effetto; di fatto il gioco era accompagnato da un controller analogico che in un certo senso anticipava il pad del Dreamcast.
L'eliminazione della sterile precisione della croce digitale risulta indispensabile all'esperienza e permette di provare la semplice emozione che viene dall'azzeccare una mossa particolarmente ornata senza adoperare il senso cosciente, come se si scrivesse il proprio nome con un bengala nella notte di San Silvestro.
I gia logori concetti di vite e salute sono assenti in Nights.
Al posto della classica minaccia mortale c'è un solo, grande nemico: il tempo.
Impattare con un nemico riduce i secondi a disposizione, ma Nights è tutto fuorchè una corsa.
Trattarlo come tale significherebbe non afferrare il punto, poiché correre significa sempre accorciare un'esperienza.
La sfida di Nights non risiede nel correre più veloci delle lancette dell'orologio, ma nello sfidarlo, nello spremere ogni singolo secondo di volo che si riesce a rubare.
Perchè in Nights è il tempo di gioco la propria ricompensa, e nonostante ottenere un punteggio alto sia l'obiettivo ultimo, la gioia di giocare e quella di totalizzare un high score si equivalgono.
I tracciati sono costellati di sentieri formati da oggetti che implorano di essere raccolti in sequenza per elargire bonus.
Per chi desiderasse trovare tutti i percorsi ottimali, alcuni stage si collegano in un flusso continuo.
Lo stesso Nights e il suo piccolo compagno di turno intrecciano le braccia, volteggiano e poi si involano, armonizzando i loro movimenti, verso una nuova strada.
Man mano che la cognizione cede passo alla memoria visiva, giocare a Nights diventa molto simile all'apprendere istintivamente l'uso di uno strumento musicale, e che Nights generi un simile impulso indica il successo dei creatori Yuji Naka, Naoto Oshima e Takashi Iizuka, la cui intenzione era quella di esprimere il senso del volo all'interno dei sogni.
Esso riesce a catturare le sensazioni che si provano in quei sogni gioiosi che sono comuni a tutti gli esseri umani: tanto l'esaltazione quanto la paura di perdere tutto.
Nights si svolge nel mondo onirico di due bambini, Claris e Elliot.
Tutto è surreale: cieli da cui spuntano tetti, alberi sospesi in aria e terreno dolcemente deformato.
In una storia che li vede confrontare la loro paura di esibirsi in pubblico (Claris vorrebbe diventare una cantante e Elliot un giocatore di basket), i due dovranno affrontare tre stage in solitario e uno finale insieme.
L'evolversi dall'iniziale esitazione alla padronanza ultima e inconscia di tutti i controlli si riflette anche nelle battute finali, che hanno luogo su un disco piatto, situato nel bel mezzo del nulla, che ospita una versione miniaturizzata della città natale dei protagonisti.
Sembra non esserci un posto dove andare: per poter volare, nei precedenti livelli i bambini dovevano ritrovare a piedi Nights, il simil giullare col quale si sarebbero fusi, ma ora Nights è irreperibile, e il giocatore si rende conto di dover compiere un balzo di fede, lanciando i bambini nel vuoto.
(Di seguito è riportata una parte fondamentale per lo svolgimento del gioco, sconsiglio di non leggerla se state giocando a Nights, o se avete intenzione di prenderlo, by Il Giubba)
E' forse giusto che un titolo rifiutatosi di imitare non sia stato imitato.
Forse Nights è un gioco talmente unico nel suo genere che un qualunque tentativo si sarebbe rivelato un plagio spudorato.
Ciononostante, per la raccolta Sega's Eye Toy Superstars è stato creato un minigioco che richiede di planare alzando e abbassando le braccia per cabrare e scendere in piacchiata e inclinandole per curvare.
E' interessante notare, grazie all'annuncio del seguito ufficiale per Wii, quanto Nights sia strettamente legato al suo sistema di controllo.
Fino all'arrivo del Wii, nessun sistema di controllo offriva forse agli sviluppatori uno spunto di crescita rispetto all'episodio originale.
Nights, del resto, spicca proprio per la sua unicità, perchè è un gioco del quale non esiste un rivale diretto.
Per quanto il peso delle aspettative possa essere soffocante, ciò significa anche che il seguito non dovrà far altro che svilupparsi rispetto a se stesso: gli basterà concentrarsi su quell'idea di moto perpetuo perchè si possa sperare di tornare a volare.
By Game Pro n°001
ps: per chi non avesse capito, questo è uno dei giochi che si è fatto notare per la propria bellezza! XD
Nights into dreams
Formato: Saturn
Prodotto: SEGA
Sviluppo: Interno (Sonic Team)
Origine: Giappone
Anno di uscita: 1996
Che sia per aprire un menu o equipaggiare un oggetto, per guardarsi intorno o semplicemente per cambiare la direzione verso cui guarda il proprio personaggio, la maggior parte dei videogiochi richiederà al giocatore, presto o tardi, di smettere di muoversi.
E nonostante la possibilità di fermarsi e ricominciare possa essere vista come un segno di libertà che il videogioco concede ai giocatori, è anche vero che spesso questo attimo di pausa viene associato maggiormente a una situazione di pericolo di quanto non lo sia un movimento continuo.
Per quanto Sonic the Hedgehog abbia fatto della velocità la sua firma, si trattava comunque di un platform: il terreno sopraelevato intralciava il cammino e le trappole obbligavano ad anteporre un pò di attenzione alla corsa.
Le molle lanciavano Sonic in aria, permettendogli di librarsi in volo per qualche secondo, ma il ritorno a terra era inevitabile.
Di fatto, lo spirito che contraddistingue i giochi di Sonic ha bruciato più intensamente su Saturn che su Mega Drive.
Su questa console, Sonic Team ha sublimato il principio della velocità pura, realizzando quanto di più simile a un titolo-mascotte il Saturn abbia mai avuto: Nights into Dreams.
Una volta sparato verso il cielo, Nights continuava a volare.
Il lancio fu un successo. Nights sembrava anomalo, in un periodo storico nel quale vecchi concept venivano applicati alle illimitate promesse che gli spazi tridimensionali parevano offrire.
Era inoltre libero dai limiti di quel codice prestabilito che aveva incatenato Sonic sin dal momento della sua nascita.
I percorsi di volo bidimensionali in luogo della libertà totale furono forse percepiti all'inverso quando il gioco fu pubblicato, nonostante riuscissero in effetti a offrire un tipo di movimento meravigliosamente espressivo.
Mentre è in volo il personaggio ha a propria disposizione l'intero spazio tridimensionale per mettere in atto le sue manovre acrobatiche.
Accelerare e volteggiare, in ogni percorso, è un esercizio di fluidità e di moto ininterrotto, piuttosto che una camminata a singhiozzo.
I sette stage sono ciclici, sempre che si sia abbastanza abili da trovare il tempo per un altro giro.
Inizio e fine diventano una cosa sola, in un elegante rafforzamento dell'ebbrezza di volare sempre avanti.
I controlli agili e l'animazione reattiva giocavano un ruolo fondamentale nel produrre questo effetto; di fatto il gioco era accompagnato da un controller analogico che in un certo senso anticipava il pad del Dreamcast.
L'eliminazione della sterile precisione della croce digitale risulta indispensabile all'esperienza e permette di provare la semplice emozione che viene dall'azzeccare una mossa particolarmente ornata senza adoperare il senso cosciente, come se si scrivesse il proprio nome con un bengala nella notte di San Silvestro.
I gia logori concetti di vite e salute sono assenti in Nights.
Al posto della classica minaccia mortale c'è un solo, grande nemico: il tempo.
Impattare con un nemico riduce i secondi a disposizione, ma Nights è tutto fuorchè una corsa.
Trattarlo come tale significherebbe non afferrare il punto, poiché correre significa sempre accorciare un'esperienza.
La sfida di Nights non risiede nel correre più veloci delle lancette dell'orologio, ma nello sfidarlo, nello spremere ogni singolo secondo di volo che si riesce a rubare.
Perchè in Nights è il tempo di gioco la propria ricompensa, e nonostante ottenere un punteggio alto sia l'obiettivo ultimo, la gioia di giocare e quella di totalizzare un high score si equivalgono.
I tracciati sono costellati di sentieri formati da oggetti che implorano di essere raccolti in sequenza per elargire bonus.
Per chi desiderasse trovare tutti i percorsi ottimali, alcuni stage si collegano in un flusso continuo.
Lo stesso Nights e il suo piccolo compagno di turno intrecciano le braccia, volteggiano e poi si involano, armonizzando i loro movimenti, verso una nuova strada.
Man mano che la cognizione cede passo alla memoria visiva, giocare a Nights diventa molto simile all'apprendere istintivamente l'uso di uno strumento musicale, e che Nights generi un simile impulso indica il successo dei creatori Yuji Naka, Naoto Oshima e Takashi Iizuka, la cui intenzione era quella di esprimere il senso del volo all'interno dei sogni.
Esso riesce a catturare le sensazioni che si provano in quei sogni gioiosi che sono comuni a tutti gli esseri umani: tanto l'esaltazione quanto la paura di perdere tutto.
Nights si svolge nel mondo onirico di due bambini, Claris e Elliot.
Tutto è surreale: cieli da cui spuntano tetti, alberi sospesi in aria e terreno dolcemente deformato.
In una storia che li vede confrontare la loro paura di esibirsi in pubblico (Claris vorrebbe diventare una cantante e Elliot un giocatore di basket), i due dovranno affrontare tre stage in solitario e uno finale insieme.
L'evolversi dall'iniziale esitazione alla padronanza ultima e inconscia di tutti i controlli si riflette anche nelle battute finali, che hanno luogo su un disco piatto, situato nel bel mezzo del nulla, che ospita una versione miniaturizzata della città natale dei protagonisti.
Sembra non esserci un posto dove andare: per poter volare, nei precedenti livelli i bambini dovevano ritrovare a piedi Nights, il simil giullare col quale si sarebbero fusi, ma ora Nights è irreperibile, e il giocatore si rende conto di dover compiere un balzo di fede, lanciando i bambini nel vuoto.
(Di seguito è riportata una parte fondamentale per lo svolgimento del gioco, sconsiglio di non leggerla se state giocando a Nights, o se avete intenzione di prenderlo, by Il Giubba)
- Spoiler:
- Così i due cadono, scomparendo alla vista per un attimo prima di innalzarsi verso il cielo mentre, in un momento trionfale, esplode il tema musicale del gioco.
E' forse giusto che un titolo rifiutatosi di imitare non sia stato imitato.
Forse Nights è un gioco talmente unico nel suo genere che un qualunque tentativo si sarebbe rivelato un plagio spudorato.
Ciononostante, per la raccolta Sega's Eye Toy Superstars è stato creato un minigioco che richiede di planare alzando e abbassando le braccia per cabrare e scendere in piacchiata e inclinandole per curvare.
E' interessante notare, grazie all'annuncio del seguito ufficiale per Wii, quanto Nights sia strettamente legato al suo sistema di controllo.
Fino all'arrivo del Wii, nessun sistema di controllo offriva forse agli sviluppatori uno spunto di crescita rispetto all'episodio originale.
Nights, del resto, spicca proprio per la sua unicità, perchè è un gioco del quale non esiste un rivale diretto.
Per quanto il peso delle aspettative possa essere soffocante, ciò significa anche che il seguito non dovrà far altro che svilupparsi rispetto a se stesso: gli basterà concentrarsi su quell'idea di moto perpetuo perchè si possa sperare di tornare a volare.
By Game Pro n°001
ps: per chi non avesse capito, questo è uno dei giochi che si è fatto notare per la propria bellezza! XD
Ultima modifica di Il Giubba il Dom Set 21, 2008 1:41 pm - modificato 2 volte.
Re: Time Extend: Nights Into Dreams
Per una settimana terrò aperto il topic, per chiunque volesse dire la sua su questi 2 giochi. Dopidiché richiuderò per postare gli articoli sui prossimi due.
Re: Time Extend: Nights Into Dreams
Io giocavo a Nights e devo dire che mi volava via il tempo senza quasi rendermene conto, mi pigliava da bestie.
E per me è raro perdere la concezione del tempo.
Quando lo finii non mi pareva vero, pensavo non finisse più ad un certo punto.
E per me è raro perdere la concezione del tempo.
Quando lo finii non mi pareva vero, pensavo non finisse più ad un certo punto.
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